Fare memoria non è semplicemente ricordare il passato. Fare memoria significa interrogarsi sul passato per generare un nuovo presente e costruire un futuro diverso. Significa riconoscere i drammi e le contraddizioni della storia e su quelle agire affinché si costruiscano politiche che vadano nella direzione opposta. Così fare Memoria è un atto civile ed è una responsabilità che ci prendiamo sul presente. ​Da questa convinzione nasce l’idea di progetto “VINCANTA – La Memoria che Resiste”. L’obiettivo che ne guida la costruzione è quello di raccogliere le energie e le testimonianze di un territorio straordinario, profondamente segnato dagli eventi tragici della Seconda Guerra Mondiale, per valorizzare e tutelare il valore storico, politico e culturale dell’Antifascismo, che costituisce ancora oggi uno dei principali tratti identitari della Lunigiana.​
Vinca è dolorosamente nota per le vicende avvenute sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Percorsa dalla Linea Gotica, nell’agosto del 1944 il paese venne investito per quattro lunghi giorni dalla ferocia nazifascista che culminò in una delle più crudeli stragi della storia per le modalità delle singole uccisioni e per gli episodi di sadismo ed efferatezza contro i civili.
Il 24 agosto ci fu a Vinca un rastrellamento contro i partigiani, ben pianificato e scientemente indirizzato verso la popolazione civile. Una cinquantina di automezzi carichi di soldati tedeschi e militi fascisti salirono verso il paese, toccando Equi Terme, Monzone e altre frazioni limitrofe tra Appennino e Apuane. Bloccato l’accesso all’abitato, i nazifascisti iniziarono a uccidere le persone presenti (quasi tutti vecchi e invalidi poiché chi poteva era fuggito nei boschi) e a saccheggiare e bruciare le case. A sera, rientrarono a valle. Il giorno seguente molti di coloro che si erano rifugiati altrove tornarono in paese per cercare cibo, seppellire i morti e salvare quanto potevano dalle case in fiamme. Furono colti di sorpresa dall’improvviso ritorno dei nazifascisti. Le vittime accertate furono 174: molti cadaveri vennero rinvenuti nudi, decapitati o impalati. Ricordata per il suo carattere estremamente tragico, è la storia del feto strappato al ventre della madre uccisa e utilizzato come tiro al bersaglio.